giovedì 23 luglio 2015

Ortona, la “feccia del petrolio” e il gioco delle tre carte. Il WWF denuncia: il petcoke autorizzato è pari a 4 palazzi di 8 piani ciascuno.

COMUNICATO STAMPA DEL 23 LUGLIO 2015

Ortona, la “feccia del petrolio” e il gioco delle tre carte.
Il WWF denuncia: il petcoke autorizzato è pari a 4 palazzi di 8 piani ciascuno.


Ad Ortona, in arrivo il potenziamento del deposito di petcoke della F.lli Nervegna.  Il capannone che dovrebbe ospitarlo è già approvato dalle autorità competenti ed andrà ad affiancare i due esistenti, dei quali uno già adibito a stoccaggio di petcoke.

Decine e decine saranno i camion che giornalmente percorreranno l’area portuale per trasportare le 180.000 tonnellate annue di petcoke, se consideriamo i depositi già approvati - Nervegna e Bonefra- ed il potenziamento richiesto dalla F.lli Nervegna. Un volume incredibile se calcoliamo che i 56.000 metri cubi equivalenti, andrebbero a riempire 4 palazzi di 8 piani del tipo Cerulli in Ortona, ogni anno.

Saranno complessivamente 180.000 le tonnellate di quella che gli stessi petrolieri chiamano feccia del petrolio, che passeranno sotto il naso di migliaia di cittadini, considerando anche che la zona del centro storico della città sovrasta via Cervana, attraversata dai camion di petcoke.

Solitamente i porti e le città in un paese civile parlano la stessa lingua, sono la naturale estensione dell'uno e dell'altro, parte della stessa storia, cultura, interessi, e non una parte staccata e avulsa, anzi contraria, lontana e sempre più inquietante per gli abitanti della città omonima: GPL, petcoke, petroliere...

È bene ricordare che il petcoke è un prodotto che fu ritenuto rifiuto tossico dal decreto Ronchi negli anni '90, inspiegabilmente rientrato come combustibile, con il decreto Gela del Gov. Berlusconi, nel 2002, nonostante contenga notoriamente inquinanti e contaminanti chimici come arsenico, molibdeno, nichel, zolfo e vanadio. Ma ormai chi fa affari sa bene, che gli altissimi costi ambientali verranno smaltiti dalla collettività in qualche modo, a loro resta seppur pienamente lecito, il facile guadagno per un “combustibile” dai costi molto bassi.

Per l'ampliamento del deposito da 18.000 metri cubi a 28.000 della F.lli Nervegna la procedura prevista è quella di Valutazione di Assoggettabilità perchè non supera i 40.000 metri cubi necessari per essere invece sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), quest’ultima procedura ben più severa ed articolata. Quindi, come accaduto con il grande deposito di GPL, ad Ortona si decidono di fatto le sorti di un porto, di una città, punto nevralgico del Parco Nazionale della Costa Teatina, con una semplice valutazione di assoggettabilità che richiede solo un progetto preliminare e che non calcola tutti i possibili fattori esterni negativi, di cumulo, e di impatto.

Il WWF si attiverà anche questa volta, producendo osservazioni al progetto e presenziando in commissione di valutazione, consapevole delle poche speranze, visto che potrebbero arrivare diversi altri centri di stoccaggio di petcoke, l'importante è mantenersi al di sotto dei 40.000 mc, come il gioco delle tre carte.Facciamo appello affinchè non siano sempre e solo le Associazioni per la protezione dell’ambiente  a chiedere che questa città cammini verso un futuro lontano dai veleni. Il mare e le falde acquifere sono la parte più vulnerabile per questo tipo di progetti a causa del processo di bioaccumulo, che vede metalli pesanti come il vanadio centuplicare la loro concentrazione rispetto allo stato delle acque all'interno di organismi come i mitili e vongole. Chiediamo di contrastare questo degrado del territorio e di prevenire  i conseguenti  pericoli per la salute dei cittadini al sindaco Enzo D'Ottavio, poichè massimo rappresentante della salute pubblica cittadina, alle realtà economiche come gli stabilimenti balneari di Lido Saraceni, ai titolari degli alberghi, agli armatori della piccola pesca. 


Nessun commento: