giovedì 8 novembre 2007

Politica del territorio. Vasto come Ortona?


Nei giorni scorsi il WWF Sezione Provinciale di Chieti, unitamente ad altre associazioni e movimenti locali vastesi ha inviato alla stampa un comunicato nel quale si chiedeva il ritiro del punto sull’ampliamento del porto di Punta Penna dall’Ordine del Giorno del Consiglio Comunale, e l’apertura di una fase di concertazione tra tutti i soggetti interessati, secondo gli strumenti previsti dall’ordinamento vigente.
Sosteniamo che convocare il Consiglio Comunale su un argomento di questa ampiezza con appena una settimana di anticipo, e senza neppure passare in Commissione, non è modo di chi cerca il confronto con la città, ma di chi cerca di evitarlo; non di chi promuove, per quanto possibile, una scelta condivisa, ma di chi persegue una decisione già assunta in sedi non istituzionali.
Non siamo in via pregiudiziale contrari all’ampliamento del porto. Diciamo che la questione va affrontata nella sua specificità. Nello specifico non si pone la questione se sia bene in astratto il raddoppio del porto; ma la questione del significato e delle implicazioni di questa operazione.
Ricordiamo che a Punta Penna, entro una superficie di pochissimi chilometri quadrati, sono presenti contemporaneamente: un sito SIC classificato dalla CE come habitat naturale prioritario; in mezzo –letteralmente in mezzo ad esso- il porto commerciale; quasi interamente sulla stessa area del SIC, una Riserva Regionale; due zone a vincolo archeologico; una zona industriale, comprendente un impianto a Rischio di Incidente Rilevante; una zona residenziale (le case ATER) pesantemente investita dalle emissioni provenienti dalla zona industriale. Come non bastasse, proprio sopra il SIC il PRG vigente prevede la costruzione di un porto turistico; nel Piano Territoriale delle Attività Produttive (PTAP) la Provincia ipotizza la delocalizzazione di alcune attività industriali –in ciò recentemente seguita dal COASIV; la Regione ha avviato le procedure per l’istituzione, sull’intera fascia costiera, del Parco Nazionale della Costa Teatina; infine lo stesso COASIV prevede per l’appunto il raddoppio del porto commerciale.
Una congerie così impressionante di elementi tra loro estranei e contraddittori si è accumulata, più o meno consapevolmente, in oltre un cinquantennio, perché, più o meno consapevolmente, si è evitato di fare delle scelte. E si è scelto dunque di procedere simultaneamente in tutte le direzioni. Questa deriva dura tutt’ora, anzi semmai ha trovato incremento. E’ compatibile il raddoppio del porto con l’uso turistico della costa, considerando l’erosione a Sud cui certamente darà luogo? E con il porto turistico? E con le progettate delocalizzazioni di cui si parla nel PTAP?
Il Consiglio Comunale è stato chiamato ad attestare una conformità tra il PRG vigente e il nuovo PRP senza che nessuno o quasi dei consiglieri (bisogna eccettuare il presidente del COASIV) abbia mai visto il nuovo PRP. Ripetiamo che il PRP non è passato neppure in commissione.
Per parte nostra facciamo sommessamente rilevare che il raddoppio del porto appare già di per se stesso in palese contrasto con le previsioni del PRIT (Piano Regionale Integrato dei Trasposti) e del PTAP. Del PRG non possiamo dire con certezza (come del resto nessuno, crediamo), ma ci pare fortemente probabile che non sia compatibile con il porto turistico previsto vicino alla foce della Lebba.

Ma nel frattempo, nella giornata di ieri il Consiglio Comunale di Vasto ha dato il via libera all’ampliamento del Porto di Punta Penna: tutti i partiti hanno votato a favore, ad eccezione di Rifondazione Comunista. Le nostre considerazioni non sono state recepite. Non vi è stata la partecipazione della cittadinanza, non sono state coinvolte le associazioni ed i movimenti locali. Il porto di Punta Penna di Vasto come il Centro Olii di Ortona? Ancora una volta amministratori locali incapaci di scegliere quale futuro dare al nostro territorio.
Il WWF continuerà ad interessarsi della vicenda. Nulla è ancora perduto. Per il progetto finale, infatti, si dovrà attendere l’approvazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e la procedura per la Valutazione di Impatto Ambientale.

1 commento:

1fabrizia ha detto...

Il solito problema di chi non ascolta e che poi non sa più cosa dire, lasciandoci nel caos più completo e chiamandolo sviluppo.
Punta Penna era di una bellezza mozzafiato, politici acefali con impegno certosino-questo si- in decenni di gestione l'hanno strappata violentemente ai nostri occhi e ai nostri cuori, e alla sua vera vocazione.
Come con gli ogm in agricoltura, dove lo stesso seme può essere piantato dal polo sud al polo nord, cancellando con la chimica le mille peculiarità dei territori affinchè pochi possano trarne il massimo profitto, lasciando miseria e povertà a popoli interi. Così si pianificano le zone industriali : ovunque loro aggrada, senza un minimo di criterio, in Italia anche il paesino più cecato ha il polo industriale, che rende impossibile qualsiasi controllo strutturale, idem con i porti.