lunedì 21 febbraio 2011

Ancora incertezze sul futuro dell’acqua in Abruzzo

COMUNICATO STAMPA DEL 21 FEBBRAIO 2011

Ancora incertezze sul futuro dell’acqua in Abruzzo


L’assessore regionale Di Paolo, il sindaco Paolini e tutti gli amministratori di centro-destra disertano il dibattito pubblico sul futuro dell’acqua, che si è tenuto a Lanciano il 18 febbraio

LANCIANO - Venerdi scorso si è tenuto a Lanciano il dibattito pubblico sul tema “Il futuro dell’acqua in Abruzzo” organizzato da WWF, Abruzzo Social Forum e CGIL, aderenti al Forum dei Movimenti per l’acqua pubblica.

Buona è stata la partecipazione della cittadinanza e di diversi amministratori locali. Strana coincidenza il fatto che tutti gli amministratori dei Comuni di centro-destra, compreso il sindaco Paolini che ha patrocinato l’evento, abbiano disertato il dibattito, così come è stato fatto dall’assessore regionale Di Paolo.

Per il WWF l’acqua non è né di destra né di sinistra e da tutti dovrebbe essere difesa, a maggior ragione dalla classe politica che governa il territorio e dovrebbe garantire i diritti dei cittadini. Evidentemente non è così e si preferisce continuare a ragionare in termini di appartenenza politica, mancando di rispetto al cittadino che ha il diritto di essere informato e di partecipare alle scelte su questioni fondamentali come quella della gestione dell’acqua.

Quale sarà il futuro dell’Acqua in Abruzzo? Cosa accadrà agli ATO, alla ISI e alla SASI? E quale sarà il ruolo, nella nuova struttura immaginata dalla Regione nella gestione del Servizio Idrico Integrato, dei sindaci dei Comuni? E’ vero che si prevede un aumento della tariffa fino al 23%? A tutte queste domande avrebbe “dovuto” dare una risposta l’assessore Di Paolo sostituito per l’occasione dal Dirigente del servizio acque della Regione. Il suo è stato un discorso soltanto tecnico che non ha dato risposte alle domande sul futuro del Servizio Idrico Integrato, lasciando troppi dubbi e perplessità nella platea e soprattutto nei sindaci che avrebbero voluto indicazioni più precise. Dall’intervento del tecnico della Regione emerge una posizione ambigua perché da un lato si dice che la Regione sta cercando di mettere tutti e sei gli ATO in regola per poter passare all’affidamento in “house” dall’altro, però, si sostiene che la scelta della Regione è quella di creare un solo ATO regionale che a sua volta verrà suddiviso in quattro sub-ATO corrispondenti ai territori delle attuali province abruzzesi.

Inoltre nulla emerge della posizione della Regione sulle società che gestiranno il servizio. Attualmente sono sei le società ma se l’ATO divenisse uno, con 4 sub-ATO, ci si chiede se verrà gestito da uno o da quattro società.

Le due scelte non sono esattamente la stessa cosa perché non è detto che portino alla stessa soluzione, e cioè che garantiscano la gestione pubblica dell’acqua ed escludano l’entrata dei privati in questo meccanismo.

L’intervento di Renato Di Nicola (Abruzzo Social Forum) ha posto l’importanza del successo dei referendum sull’acqua che andrebbero ad impedire la privatizzazione del servizio idrico.

Per il Presidente della SASI S.p.A. Scutti Domenico, vi è l’assoluta necessità di investimenti per le riparazioni delle infrastrutture e per costruirne delle nuove rendendosi necessaria l’ ottimizzazione della funzionalità del sistema di depurazione.

Domenico D’Aurora della CGIL ha posto l’accento sul ruolo fondamentale della Regione nella gestione del Sistema Idrico Integrato. D’Aurora ha riportato esempi di esperienze positive in seno all’adozione del modello di ATO unico in Toscana ed Emilia Romagna dove sono stati creati dei sub-ATO corrispondenti alle attuali Province e con le quali il servizio viene gestito.

Marco Terrei del WWF ha ricordato quello che é avvenuto nel precedente Piano d’Ambito dell’ ATO chietino, che programmava il periodo 2003/2009 e alla fine del quale solo il 6% degli investimenti previsti è stato effettivamente realizzato. Il WWF teme che possa accadere lo stesso con il nuovo Piano d’Ambito, la cui approvazione è prevista per il 25 febbraio, che invece prevede un periodo di attuazione molto più lungo, fino al 2023, con ingenti investimenti anche questa volta definiti improrogabili. L’associazione WWF ha ribadito la sua contrarietà alle procedure di stesura e redazione di Piani di Gestione che non consentono la partecipazione e il coinvolgimento pubblico, ma che piovono dall’alto senza possibilità di concertazione e confronto.

Incontri come questo non dovrebbero essere organizzati dalle associazioni di volontariato bensì dai nostri amministratori, che invece scelgono di non confrontarsi con la cittadinanza, dando un pessimo esempio di democrazia.

Ines Palena
Presidente WWF Zona Frentana e Costa Teatina





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