sabato 28 maggio 2011

L'anello al naso

Ieri 27 maggio 2011 l'Amministrazione comunale di San Vito Chietino ha organizzato il convegno dal titolo: "Gestione del Territorio e delle Aree Agricole".
Sono stati invitati il Sindaco del Comune di San Vito Chietino, l'Assessore Ambiente Comune di San Vito Chietino, il Presidente della Provincia di Chieti, il Direttore Settore Parchi e Territorio Regione Abruzzo, il Commissario straordinario A.R.S.S.A.l' Assessore Regionale Politiche Agricole e Coordinatore Tavolo Tecnico Regionale sul Parco Nazionale Costa Teatina, l'Assessore Regionale al Turismo ed Ambiente, Fabrizio Di Stefano Senatore della Repubblica, Sindaci dei Comuni di Ortona, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto, San Salvo, Corpo Forestale dello Stato, Capitaneria di Porto di Ortona, ARTA, APTR, CCIAA CH, Conindustria, ANCE, Casartigiani, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, CNA, Federalberghi, Confapi, ASSOVASTO, Ordine Ingegneri, Ordine Architetti, Collegio Geometri, Ordine Dottori Agronomi e Forestali, Ordine Veterinari, Coldiretti, Cia, Copagri, Confagricoltura, Ara, AGCI, LEGACCOP, CONFCOPERATIVE, UNCI, Slow Food, Assoenologi, Cantine Sociali, Movimento Turismo del Vino, LARO, Confrantoiani, Consorzio Bonifica Sud, Legacoop Abruzzo Pesca, Unci Pesca, Federcoopesca, Federpesca, AGCI AGRITAL Pesca, CO.GE.VO Frentano, ATC Chietino-Lancianese, ATC Vastese, Fiba-Confesercenti, FAB-CNA Balneatori, SIB-Confcommercio, Assobalneari Abruzzo.

Gli organizzatori del convegno si sono impegnati quindi per ospitare tutti, ma proprio tutti! Ma non ci sono rusciti: si sono infatti "dimenticati" di invitare le associazioni ambientaliste e i comitati di cittadini che si impegnano per la salvaguardia del nostro territorio dagli inquinatori, dagli speculatori dell' edilizia, dai petrolieri e dagli amministratori pubblici incapaci e corrotti.

Seppur non invitati, il WWF, insieme ad altre associazioni e comitati, sono voluti essere comunque presenti al convegno. Uno dei convegni informativi più grossolani a cui mai si è assistito, con affermazioni e luoghi comuni sullo sviluppo del territorio e sulle aree protette privi di qualsiasi fondamento. Il WWF ed i rappresentanti di altre associazioni hanno tentato di chiarire alcuni aspetti scaturiti dagli altri interventi ma sono stati presto taciuti da urla ed aggressioni verbali da parte della platea e degli invitati.

Ecco il puntuale resoconto della incredibile serata tratto dal blog "L'allegria di naufragi"
http://allegriadinaufragi.blogspot.com/2011/05/lanello-al-naso.html:

sabato 28 maggio 2011
L'anello al naso
La scena: San Vito, un convegno sul Parco della Costa Teatina nell'ultimo giorno di campagna elettorale per cui sono assenti i sindaci di Vasto, Francavilla e Lanciano. Una platea all'aperto, con vista su uno dei posti più belli della costa - così bello che gli amministratori locali hanno preparato una colata di cemento da 50 milioni di euro. Davanti il mare, lo stesso mare dove doveva ardere la torcia di Ombrina.

Sul palco gli organizzatori, di una parte sola: quella che governa il paese, la regione e il comune di San Vito. Gente convinta che per la ricchezza basti costruire alberghi e aspettare i turisti.

In platea persone convinte con un lavoro porta a porta, con un lavoro veramente ben fatto. Convinte che li vogliono fregare, e che a fregarli - tanto per cambiare - non siano gli stranieri ma gli ambientalisti; quelle serpi che gli hanno già tolto la ricchezza del petrolio e che sul petrolio continuano a rompere i coglioni; quelli che vogliono il parco per potersi arricchire.

Sul palco si dicono cose non vere, dalla platea si urla non appena qualcuno cerca di dire il contrario.

Ines e Fabrizia scendono nella fossa dei leoni e tra le urla - con un coraggio che mi lascia senza fiato - dicono lucidamente quel poco che vogliono dire. Nessuno le ascolta ma testimoniano l'esistenza di un altro modo di vivere, per la platea sono il nemico.

Povera gente che applaude e urla al traino della peggiore classe politica abruzzese: "Io sono ignorante" - applausi - "Io non ho studiato" - applausi - "Io sono stato eletto e quindi quel che dico vale di più" - applausi - "Io sono favorevole al nucleare" - applausi - "Non solo questo parco non si deve fare ma dobbiamo ripensare a tutti i parchi d'Abruzzo" - applausi -. Cetto Laqualunque arriva con i suoi occhiali a goccia neri, la pancia pensile e prima di tutto "saluta gli amici" - applausi. Prima vomitano offese e poi urlano scandalizzati come verginelle se qualcuno prova a replicare.

E poi Maria Rita: la sua presenza tocca i nervi scoperti, è lei che rappresenta l'essere cittadini e non sudditi. E' lei che ha rotto le uova nel paniere.

Forti dei microfoni e della platea si scatenano senza più freni, il rancore di anni si materializza in una esplosione d'odio. Coi capelli scomposti, le vene del collo turgide, il respiro affannoso, l'additano ora sibilando ora urlando.

Povera gente, che non si rende conto del solito vecchio trucco dei sacerdoti di Gerusalemme mentre fa il tifo per Barabba.

Povera gente, che non si rende conto che se la loro sera fosse illuminata dalla torcia di Ombrina Mare, non ci sarebbe più neppure la fantasia degli alberghi. Che non ci sarebbe più nulla, solo quell'allegra fiamma puzzolente e che neppure il parco potrebbe porvi più rimedio.

Amministratori carogne che aizzano le persone con le falsità, per poter poi dire che "la gente" non vuole il parco; mentre sarebbe tanto semplice - per loro - approvare una legge che chieda al governo di legiferare in modo da annullare il parco, ma dovrebbero metterci sotto la firma. Amministratori frustrati che devono chiudere le cliniche degli amici, che non hanno potuto fare gli inceneritori, che non riescono a fare le raffinerie e i pozzi di petrolio, che hanno la magistratura sul collo per la torta del terremoto, che cominciano ad avere paura che qualcuno - più prima che poi - gli venga a chiedere il conto di aver distrutto la loro stessa regione.

E poi tutto finisce, la gente - contenta - va a mangiare, il buffet lo offre il comune. Noi restiamo soli - finalmente in silenzio - a domandarci se sia stato tutto vero.

E poi il ritorno lungo la costa dei trabocchi tra alberghi e case di vacanza: tutte chiuse, morte, brutte; tra cantieri in cui si costruiscono altre case direttamente sul mare, case che lo stesso mare tra pochi anni spazzerà via; tra alberghi appena costruiti vicino alle foci di fiumi che portano in mare i liquami e la chimica dell'agricoltura, ad un passo dalle stazioni di pompaggio e dai pozzi di gas che con le loro sirene ricordano a tutti la loro presenza, di giorno come di notte.

Povera gente che non si è mai mossa dal suo paesino e che neppure immagina che nessuno vorrà mai portare un turista in un posto come questo: perchè dovrebbero venire qui quando non ci sarà più nulla da proteggere? Per andare in bicicletta davanti all'inceneritore della polveriera di Casalbordino? Chissà se sanno che l'Adriatico ha due sponde?

Già me li vedo i turisti: qui avrebbe dovuto esserci un parco, ora c'è solo cemento, alberghi con le piscine perchè tra la reception e il mare ci sono solo pietre e tu - turista - non sei contento? Ci sono i localini con le puttane. Non sei contento? C'è N'duccio. Non ti basta? Chevvu?

Perchè i turisti dovrebbero venire qui? Per la vita notturna, le discoteche, i negozi sempre aperti, i bassi prezzi, i parchi giochi, il personale cortese che parla tutte le lingue, i minigolf, i risciò a pedali sui chilometri di lungomare, i bomboloni a mezzanotte e la droga a tutte le ore? Chissà se questa povera gente sa che esiste Rimini?

Povera gente, che si è bevuta la palla della ripresa e che non sa che in poco tempo tutto ci crollerà addosso.

Povera gente, ricordati delle belle promesse dietro a cui correvi una sera di tarda primavera a San Vito. Ricordatene bene, così - alla fine - saprai a chi chiedere il conto e - magari - a chi chiedere scusa.

Ma chissà: forse anche questa sera a San Vito è il segno di una fine che si avvicina rapida trascinandosi dietro le vite delle persone che sprofondano urlando alla luna.

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