giovedì 19 ottobre 2017

Fiume Trigno: inquinamento e potabilizzazione. Il WWF ha inviato un dettagliato esposto agli enti e organi competenti abruzzesi e molisani, nonché alla Commissione Europea.

Il WWF nei giorni scorsi ha inviato un dettagliato esposto sulla situazione di inquinamento del fiume Trigno. Nella nota, oltre a chiedere delucidazioni circa le cause di tale criticità ambientale, con il fiume ridotto ad una vera e propria fogna, si pongono una serie di domande circa la procedura di potabilizzazione delle acque fluviali ai fini del consumo idropotabile.
 

Nell'esposto si richiamano i referti dell'ARTA relativi alla situazione della qualità delle acque del fiume Trigno alla traversa di Lentella (CH) tra il 2011 e il 2012, indagini finalizzate alla classificazione delle acque fluviali ai fini della successiva potabilizzazione. Tali documenti evidenziano un notevole inquinamento di tipo microbiologico e, in particolare, la presenza in almeno 3 mesi di rilevamento, della pericolosa Salmonella. Il WWF, scrivendo agli enti e alle Procure di Larino e di Vasto, ha richiamato le numerose ordinanze che i comuni di molte regioni italiane hanno emesso in presenza di Salmonella spp nelle acque. Gli enti dispongono solitamente sia il divieto di irrigazione dei campi sia il divieto di consumo dei pesci senza una preliminare cottura a 72 gradi (oltre a disporre di lavarsi attentamente le mani dopo essere entrati in contatto con l'acqua contaminata).

L'associazione si chiede quali provvedimenti hanno preso gli organi competenti nelle occasioni in cui è stata rilevata la presenza di Salmonella nel fiume Trigno.

Il WWF richiama altresì i dati recentemente diffusi dall'ARPA Molise relativi alla situazione della foce del Fiume che, in alcuni mesi dell'anno, è risultata essere anche peggiore rispetto a quella già fortemente critica rilevata a Lentella. Infatti ad Agosto 2012 si è raggiunta l'astronomica cifra di 216.000 Unità Formanti Colonia/100 ml di Escherichia coli, più del doppio del valore massimo rilevato dall'ARTA a Lentella. Per meglio comprendere il livello di compromissione raggiunto basterà ricordare il fatto che lo scarico di un impianto di depurazione per essere a norma non deve superare le 5.000 Unità Formanti Colonia/100 ml.!

E', quindi, del tutto evidente che lungo il fiume vi sono scarichi non trattati o trattati in maniera parziale ed inefficace. Il WWF chiede di conoscere esattamente la situazione degli impianti di trattamento che scaricano nel Trigno e nei suoi affluenti. Purtroppo l'associazione fa notare le gravi inadempienze degli enti pubblici che, secondo quanto stabilito prima dalla Legge Regionale 17/2008 e poi dalla Legge Regionale 31/2010, avrebbero dovuto pubblicare i dati sui controlli degli scarichi (conformità e non conformità) e le relative sanzioni applicate. Sul sito della Provincia di Chieti tali dati sono stati pubblicati solo per l'anno 2009!

Inoltre, come rileva la stessa ARPA Molise, tale situazione viene esacerbata dalle numerose captazioni che, soprattutto in estate, riducono la portata abbattendo la capacità di autodepurazione del corso d'acqua. A tal proposito il WWF ricorda che la Direttiva Comunitaria 60/2000/CE “Acque” obbliga gli Stati Membri ad adoperarsi per evitare il peggioramento della qualità delle acque dei fiumi e a raggiungere lo stato di qualità “buono” entro il 2015. Gli ultimi dati disponibili circa il monitoraggio ambientale, relativi al 2009, indicavano un peggioramento rispetto al 2008 per ben due stazioni di monitoraggio. Pertanto la situazione di sofferenza del fiume è nota da anni (e il WWF l'aveva evidenziata già nel suo Dossier Fiumi 2010). In questi stessi anni non solo la Regione Abruzzo ha fallito nell'evitare un peggioramento della qualità delle acque ma ha addirittura assunto provvedimenti che hanno aumentato lo stato di stress ambientale del fiume, autorizzando captazioni importanti lungo il suo corso. In contemporanea adottava il Piano di Tutela delle Acque che contiene inaccettabili richieste di deroga rispetto agli obiettivi comunitari di qualità, spostando la data per l'ottenimento dello stato “buono” dal 2015 al 2027!Ad aggravare il quadro, il fatto che il tratto del medio e basso Trigno, compresa la zona di Lentella, è classificato quale Sito di Interesse Comunitario dal punto di vista naturalistico per il quale è previsto un particolare regime di tutela.

Il WWF nell'esposto ha diffusamente trattato il caso della successiva potabilizzazione delle acque captate dal Trigno. L'associazione rileva che l'Art.80 del D.lgs.152/2006 dispone che sia effettuata la classificazione (in tre classi, A1, A2 e A3, con forme di trattamento sempre più spinte, o Non Classificabile, cioè non potabilizzabile se non in caso di emergenza) del corso d'acqua per la successiva potabilizzazione a fini idropotabili. In questo caso la potabilizzazione e successiva distribuzione agli utenti è avvenuta anche nel corso del 2012, quando la classificazione è stata effettuata il 18 ottobre 2012 (nella classe Non Classificabile anche se la ASL aveva in sede di comitato proposto di classificare le acque del fiume nella classe A3, tesi non accolta dal comitato su indicazione del membro dell'ARTA). Il 24 gennaio 2013 il comune di San Salvo emetteva un'ordinanza di divieto di distribuzione.

Il WWF, solo con un accesso agli atti, ha potuto esaminare decine di referti relativi alla qualità delle acque destinate al consumo umano dell'area industriale di S. Salvo, rilevando che nel periodo coincidente al monitoraggio propedeutico alla classificazione, vi è stata anche una non conformità per la presenza di contaminazione di tipo microbiologico, evidenziata dal referto del 26 luglio 2012 (su prelievo del 23 luglio). Lo stesso 26 luglio, a tre giorni di distanza dal prelievo, la ASL scriveva al CONIV chiedendo l'interruzione della distribuzione.

L'associazione ricorda che la Legge Regionale 31/2010 prescrive che la procedura di classificazione deve essere pubblicizzata tra i cittadini con incontri pubblici, affissione di manifesti e divulgazione dei risultati delle analisi sul fiume sui siti WEB di ASL, ARTA e ATO.

Inoltre l'associazione fa notare che nei referti dell'ARTA delle analisi effettuate per conto della ASL sull'acqua in distribuzione a S. Salvo, zona industriale, la Salmonella spp non è indicata tra i parametri ricercati (a mero titolo di esempio, segnaliamo i referti del 16 gennaio 2012, mese in cui nel fiume è stata rilevata dalla stessa ARTA la Salmonella spp., e dell'8 febbraio 2013, il più recente tra quelli consultati). Bisogna specificare che la Salmonella spp. non rientra tra i parametri da ricercare routinariamente nelle acque potabili secondo il D.lgs 31/2001. Al contempo lo stesso decreto prevede che devono essere predisposte indagini integrative e mirate qualora vi sia il sospetto di presenza di sostanze/organismi potenzialmente dannosi per l'uomo. Su quest'ultimo punto il WWF provvederà ad inviare un addendum all'esposto.

Il WWF chiede, quindi, chiarezza su quanto avvenuto nel recente passato soprattutto in merito alle procedure autorizzative e sulle conseguenti azioni intraprese dagli enti a vario titolo competenti. Per l'immediato futuro è assolutamente necessario reprimere e/o sanzionare ogni forma di scarico non conforme o addirittura illegale e procedere ad allentare la pressione antropica sul fiume, soprattutto in relazione alle captazioni. Per quanto riguarda la disponibilità di acqua potabile ogni sforzo deve essere indirizzato sugli interventi di ricerca delle falle delle reti che in Abruzzo sono dei “colabrodo” con perdite che sfiorano il 50% dell'acqua immessa. Solo così, assieme alla promozione di forme di utilizzo efficiente e parsimonioso della risorsa (basti pensare al recupero/riuso da prescrivere nei regolamenti edilizi comunali), si potrà evitare di andare ogni anno in sofferenza.

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