domenica 9 giugno 2019

Impianto di biogas ad Ortona? Dubbi del Wwf zona Frentana e costa Teatina

Per l’impianto di trattamento rifiuti a Caldari di Ortona (Ch) il Wwf zona Frentana e costa Teatina chiede un’analisi più approfondita degli impatti su territorio e ambiente e per questo l’associazione ha inviato delle osservazioni alla commissione regionale di valutazione d’impatto Ambientale per l’impianto.

In base al progetto, la struttura produrrà biogas e compost, mediante stabilizzazione anaerobica ed aerobica delle biomasse e della frazione umida (127 mila tonnellate/anno) proveniente soprattutto dalla raccolta differenziata. Impianto che avrà impatti negativi e significativi sull’ambiente tra emissioni diffuse dovute al traffico veicolare, quelle in atmosfera e le emissioni odorigene che andranno a pesare su un’area in cui sono già presenti criticità impressionanti come la Turbogas, la Pavimental e per non farsi mancare nulla anche un deposito di Petcoke.

“L’impatto della centrale sarà non solo sulil Wwf zona Frentana e costa Teatina a salute dei residenti, ma anche su realtà economiche confliggenti, come cantine, pastificio e attività agricole – spiega in una nota la coordinatrice dell’associazione Fabrizia Arduini – Questa fase di screening, ossia la Valutazione di assoggettabilità, non deve essere un facile lasciapassare per un progetto che parrebbe lodevole ai fini dell’implementazione delle più moderne tecnologie per il riciclo e il riuso degli scarti di lavorazione e dei rifiuti provenienti dall’industria alimentare e dalla frazione umida della raccolta differenziata, ma una seria valutazione di aspetti che non vengono, a nostro parere, argomentati nella migliore maniera e con la chiarezza che ci si aspetta in fase di presentazione di un progetto dagli obiettivi così favorevoli al bilancio ambientale – continua il gruppo ambientalista – Che l’impianto comporti un innegabile impatto, lo si evince anche solo prendendo in considerazione la sezione di trattamento del biogas, dove abbiamo inquinanti come l’ammoniaca, l’acido solfidrico e l’anidride carbonica. L’associazione non è riuscita a comprendere neanche con il supporto di tecnici, come si intende abbattere tali inquinanti tra cui compare l’acido solfidrico, un composto altamente tossico, anche a valori molto bassi nell’atmosfera.
Il progetto dell’Aura srl fa inoltre riferimento al vecchio Piano regionale rifiuti del 2007 poiché, come la stessa scrive, il nuovo Piano, nel gennaio 2019, è stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale. Si dimentica però che la stessa Regione, prevedendo che la legge potesse essere osservata per profili di incostituzionalità, ha riapprovato lo strumento sotto forma di provvedimento amministrativo il 2 luglio.
L’Associazione Wwf chiede pertanto alla Regione Abruzzo che il progetto sia sottoposto ad un’analisi più approfondita dei suoi impatti sulle economie del territorio già esistenti e sull’ambiente circostante.
 

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