lunedì 21 gennaio 2008

Il Corso per Censitori della fauna selvatica verrà esteso a tutti i cittadini


COMUNICATO STAMPA DEL 20 GENNAIO 2008

Il Corso per Censitori della fauna selvatica verrà esteso a tutti i cittadini
Dopo le proteste del WWF la Provincia di Chieti modificherà il disciplinare che ammette i soli cacciatori a svolgere le rilevazioni statistiche

CHIETI - Nelle scorse settimane il WWF aveva segnalato all’opinione pubblica l’approvazione di una Delibera di Giunta della Provincia di Chieti (n° 407 del 16.10.2007) che consentiva ai soli cacciatori la possibilità di partecipare al “Corso per Censitori Volontari di Fauna Selvatica”, attività fondamentale per la stima quali- quantitativa delle popolazioni faunistiche presenti sul territorio, informazioni indispensabili per conseguire una efficace gestione faunistica.
L’esclusione di tante altre figure, disposte a svolgere gratuitamente l’attività di censitori (ornitologi, tecnici faunistici, agricoltori, ambientalisti, zoologi e altre) aveva portato il Presidente Regionale del WWF Abruzzo a scrivere al Presidente della Provincia Coletti al fine di chiarire meglio le intenzioni dell’amministrazione provinciale.
Con una nota di pochi giorni fa il Dirigente di Settore Ing. Moca della Provincia di Chieti fa sapere che il disciplinare sarà oggetto di modifiche per consentire a chiunque di partecipare al corso.
Dichiara Claudio Allegrino responsabile del settore caccia del WWF: è sorprendente come, ancora nel 2008, il condizionamento dell’attività politico-amministrativa degli enti locali da parte dei cacciatori sia ancora così forte da produrre provvedimenti amministrativi a favore di interessi di parte e a scapito del bene collettivo come lo è il patrimonio faunistico-ambientale del nostro territorio.
Il WWF aveva infatti denunciato come la Delibera che approvava il “Disciplinare per lo svolgimento dei censimenti su fauna selvatica sul territorio provinciale libero ed all’interno delle zone di ripopolamento e cattura e delle aree cinofile provinciali” non fosse stata né discussa nella sede istituzionale opportuna, la Consulta Provinciale per la Caccia, né pubblicata sul sito web della Provincia di Chieti.
Questi gli aspetti che inducevano a pensare come l’interesse dei cacciatori a gestire da soli le attività di censimento poteva essere legato alla possibilità di “legalizzare” abbattimenti di animali impropriamente definiti “in eccesso”, così come risultanti dai censimenti effettuati dagli stessi cacciatori-censitori.
Maria Laura Pierini, responsabile del WWF Sezione Provinciale di Chieti: apprezziamo il dietro-front della Provincia di Chieti. La modifica del disciplinare rappresenta un atto dovuto per rispetto degli “altri” cittadini, di quelli cioè che non sono abilitati a sparare ma che possono e vogliono portare il proprio contributo gratuito al miglioramento delle condizioni ambientali del nostro territorio.

Il WWF chiede che vengano sentiti, in sede di modifica del disciplinare, tutti gli enti e le organizzazioni finora escluse: gli agricoltori, gli ambientalisti, l’Università e l’Istituto per la Fauna Selvatica.
E’ indispensabile infatti che venga fatta chiarezza nel testo da modificare sul ruolo della Provincia e sulle funzioni ed i poteri del cosiddetto “coordinatore”. E’ doveroso inoltre che venga introdotta la vigilanza nelle operazioni di censimento da parte della Polizia Provinciale e che vengano adottate tutte le misure utili ad evitare possibili manipolazioni dei dati raccolti.


WWF Sezione Provinciale di Chieti
Pierini Maria Laura
Allegrino Claudio

2 commenti:

fabrizia ha detto...

Bravissimo Claudio, spesso dimentichiamo grazie ad un ottuso egoismo imperante, che noi esistiamo grazie a tutti i tasselli che compongono la biodiversità, anzi noi siamo l'ultima ruota del carro

Unknown ha detto...

La determinazione a non dover perdere la battaglia che ci oppone al centro oli ENI, deve farci riflettere su quali possano essere le strategie giuste per ottenere il "risultato". Anche se questo potrebbe costarci un pò di visibilità, non ce ne dovremmo preoccupare, perchè quello che a noi, sostanzialmente importa, è dare un colpo di freno al meccanismo che è in movimento e che porterà, se non succede nulla di clamoroso, alla realizzazione del centro oli. Quello per cui noi ci stiamo mobilitando non riguarda soltanto la città di Ortona. Noi contestiamo certamente la costruzione del centro oli, ma ancora più a fondo contestiamo il modo di fare politica e di prendere le decisioni delle nostre amministrazioni, a partire da quella di Ortona per finire a quella della regione Abruzzo, passando per quella della provincia di Chieti. Noi contestiamo la prepotenza di chi, non tiene nella dovuta considerazione, la manifesta volontà popolare contraria a determinate scelte, ritenute sbagliate. E' dovere delle amministrazioni politiche coinvolgere la cittadinanza su tutti i processi decisionali, a partire dal percorso degli scuola-bus, alla raccolta dei rifiuti, alla valorizzazione di talune zone al posto di altre e soprattutto su questioni strategiche di lunga portata come la scelta di realizzare un centro oli oppure puntare maggiormente sulle potenzialità agro-turistiche e religiose della nostra città. Sulla base di questa critica al modus operandi delle amministrazioni, penso ad un movimento ampio che raccolga tutte le proteste sensate della nostra regione. Con esse stringiamo alleanze per giungere alla determinante cifra delle diecimila presenze che riuscirebbero, inevitabilmente, a cambiare il corso degli eventi, sia per ciò che riguarda il centro oli, sia per ciò che riguarda le altre vicende locali e regionali, altrettanto importanti.