lunedì 4 febbraio 2008

Postilli- Riccio, un triste copione



Un triste copione, vedere tante risorse economiche sperperate per un progetto impattante qual'è la litoranea Postlli-Riccio.
Un troncone strategico per implementare il traffico internazionale con i paesi dell'est Europa, a pochi metri dalla battigia, per ovviare- secondo noi -a tanti vincoli esistenti in quella zona così fragile e con specie vegetali e faunistiche tutelate da leggi regionali, nazionali e internazionali, e leggi di buon senso come l’art. 80 della LR n. 18/83 e succ. modif. ed integraz. con i 200 metri di fascia interdetta alle trasformazioni, lo stesso QRR con l’art. 21 e l’art. 41 della L.R. 38/96, inibiscono qualsiasi uso insediatorio e turistico-ricettivo pesante, figuriamoci un troncone infrastrutturale.

Una strada in corso d'opera, che sembra già un opera postuma; tutto è fermo a parte una piccolissima ruspa che va su e giù per il tracciato a spostare il pietrisco, accompagnata da una piallatrice anch'essa piccolissima; il grande sottopasso dopo i tentavi (?) per realizzarlo è stato quasi ricoperto.

Sono già passati mesi, dall'inizio dei lavori e questo ci porta a pensare che i soldi per un opera di così grande impatto in una zona così delicata e mutevole siano terminati, e che il progetto esecutivo quello della ATI con capogruppo mandataria MED.I.F., forse non era adeguato.

Vorremo vederci chiaro, se i soldi sono finiti che qualcuno ce lo dica, inoltre chiediamo alla Regione e alla Provincia, non una lira in più per un opera che va in controtendenza a tutte le previsioni(ONU, UE) che danno il mare in ingressione costante e quindi opere di questo tipo ne darebbero una ulteriore accelerazione, aumentando il rischio esposto(manufatti) e quindi il danno.

Ci preme ricordare inoltre l'inconsistente progetto turistico, smentito dagli stessi fautori con l'approvazione alla variante al PRG di un insediamento insalubre di prima classe- il Centro Oli-, a poche centinaia di metri dalla stessa; infatti ci fa pensare più ad una via di fuga alternativa per i pochi residenti in caso di rilascio accidentale di dosi elevate di H2S, che richiederebbe l'evaquazione immediata di chi ci vive a ridosso.

Chiediamo in maniera trasversale a tutti i consiglieri comunali di fare luce quanto prima sullo stato dell'arte dei lavori, e il blocco definitivo di questa, a parer nostro, ennesima e dannosa Tela di Penelope.

Torniamo a chiedere di ammodernare e sanare i servizi preesistenti alla litoranea per i residenti, il ritorno alla condizione preesistente del tratto nord
con la restituzione delle terre ai leggittimi proprietari, quest'ultimi, ricordiamo, espropriati con 4 soldi.

Aspettiamo azioni politiche degne di essere chiamate tali.


Fabrizia Arduini
Coordinamento per la Tutela della Costa Teatina

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