foto di marco donatiello
I ricorsi al Tar delle associazioni ambientaliste, dei comuni e delle cantine dell'ortonese che si erano opposti all'iter per la costruzione del centro oli sono stati rigettati. Il tribunale amministrativo dell'Aquila non è entrato nel merito ma tecnicamente ha dichiarato inammissibile i ricorsi presentati.
Tra le altre cose il TAR afferma che: «Non si può ritenere che il Wwf abbia anche la facoltà di impugnare atti che potrebbero in astratto arrecare danni alle coltivazioni agricole anche sé di pregio».
Se fosse vero questo -argomentano i giudici- allora il Wwf sarebbe abilitato e impugnare «qualsiasi opera di carattere pubblico o privato che potesse eventualmente arrecare danni all'ambiente considerato in tutti i suoi aspetti anche di carattere urbanistico».
Altro punto fondamentale che rilevano i giudici è che il sito dove sta per nascere il centro oli non appartiene ad alcuna zona protetta (i cosiddetti siti di importanza comunitaria) rilevando come anche la ricerca degli idrocarburi sia dalla legge parimenti tutelata («se non di più») rispetto alle colture agricole.
Dunque, il Wwf non sarebbe legittimato a ricorrere contro tutti gli atti ma solo eventualmente contro quello che ha dato inizio alla procedura che gli stessi giudici individuano nel primo atto: quella delibera Cipe del 2002.
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