lunedì 19 luglio 2010

Il fiume Sangro ancora martoriato dalle ruspe

Fiume Sangro com'era:

Fiume Sangro com è:

COMUNICATO STAMPA DEL 19 LUGLIO 2010


Il fiume Sangro ancora martoriato dalle ruspe


Il WWF denuncia lavori di “messa in sicurezza”obsoleti e dannosi

PAGLIETA - In località Zamenca, nei pressi dell’omonimo ponte sulla Strada Provinciale del Sangro è in azione da alcuni giorni un escavatore che sta provvedendo all’asportazione di tutta la vegetazione presente lungo gli argini del fiume Sangro.

Le Guardie Giurate Volontarie del WWF, su segnalazione di diversi cittadini, hanno provveduto ad inviare un esposto al Corpo Forestale dello Stato ed alla Polizia Provinciale di Chieti. L’Associazione non è ancora riuscita a risalire ai responsabili in quanto, l’area interessata, è priva del cartello indicatore dei lavori che bisogna esporre nei cantieri. Di solito queste operazioni vengono svolte per la sistemazione idraulica o “messa in sicurezza” dei fiumi.

Il WWF ha potuto verificare che la pertinenza demaniale sul lato del comune di Paglieta, a monte del ponte, presenta un’ampia area golenale di esondazione dove le ruspe hanno prodotto il ribaltamento del substrato e l’abbattimento di alberi, annientando uno dei pochi sopravvissuti boschi igrofili ripariali del fiume Sangro. Questo bosco assolveva il fondamentale ruolo di ridurre la capacità erosiva delle piene, dissipando al suo interno, per attrito, l’energia delle piene, senza compromettere in alcun modo la stabilità delle opere umane e senza produrre alcun fenomeno di rottura degli argini od esondazioni.

Questa area è già storicamente stata messa in sicurezza mediante la posa di arginature a margine del territorio demaniale. Oltretutto le strutture di protezione delle sponde non sono state sovrastate dall’impeto delle acque della piena straordinaria del 2004, per cui è del tutto sovradimensionato un intervento di messa in sicurezza del ponte in un’area dove non si sono verificate esondazioni al di fuori dell’area arginata, nemmeno in occasione di eventi meteorici straordinari.

Anche per l’area a valle, nel comune di Fossacesia l’intervento di sbancamento appare ingiustificato per le finalità di messa in sicurezza del ponte.

Un recente documento (giugno 2010) dell’Università degli Studi de L’Aquila afferma che “esiste una enorme mole di documentazione scientifica e una serie di tragiche esperienze di dissesti e inondazioni sul territorio nazionale che testimoniamo in tutti i modi possibili l’erroneità tecnica e l’aberrazione ecologica dei lavori di ripulitura delle sponde fluviali dalla vegetazione ripariale e l’edificazione negli ambiti di pertinenza fluviale.

Mentre in alcuni paesi d’Europa si sta provvedendo ad una riqualificazione dei fiumi canalizzati e artificializzati, in Italia ed in Abruzzo in particolare, si lavora ancora di ruspa prima e di cemento poi per “tombinare” i corsi d’acqua, senza nessuna logica programmatoria, senza nessun riguardo per l’ecosistema fluviale nel suo complesso, disattendendo alle normative comunitarie ed in particolare alla Direttiva Quadro Acque, 2000/60/CE”.

Le Guardie Giurate del WWF hanno chiesto agli Uffici competenti della Regione, della Provincia, del CFS e degli altri Enti territorialmente competenti, di fermare in primo luogo le operazioni e poi di porre fine, una volta per tutte, a questi sistemi di intervento obsoleti e dannosi per la sicurezza idraulica e per l’ecosistema fluviale.

Claudio Allegrino
Coordinatore Guardie WWF
Nucleo di Chieti

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