sabato 17 luglio 2010

Anti-bracconaggio nella Riserva di Punta Aderci

BRACCONAGGIO NELL'AREA DELLA RISERVA NATURALE DI PUNTA ADERCI: GABBIE E TRAPPOLE PER CINGHIALI RITROVATE NELLA ZONA DEL CARCERE

Operazione congiunta Polizia Provinciale-ArciCaccia-Guardie del WWF e personale dell'area protetta

La zona interessata è quella che si trova nelle vicinanze del carcere di Torre Sinello, spingendosi all'interno fin verso il Sinello. E' qui che sono state ritrovate diverse trappole, sistemate dai bracconieri, allo scopo principale di catturare e poi abbattere cinghiali, ma con il rischio concreto di coinvolgere anche altri animali, domestici e selvatici ed anche protetti, tipo tassi. Non sono mancati casi di ungulati abbattuti con colpi di pistola ed è per questo che è stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica per maltrattamento di animali.


Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, sono stati Angelo Pessolano, presidente provinciale dell'ArciCaccia, i responsabili della Polizia Provinciale, Armando Ferrante e Antonio Miri, il responsabile provinciale delle Guardie Wwf Claudio Allegrino, Eustachio Frangione (responsabile delle Giacche Verdi di Vasto) e Stefano Taglioli e Alessia Felizzi della cooperativa Cogecstre che gestisce la riserva a presentare i risultati di un'operazione congiunta di controllo nel territorio di Punta Aderci, tesa proprio a contrastare il fenomeno del bracconaggio. In azione, con il coorinamento della Polizia provinciale, sono entrate le Guardie del Wwf, Guardie Ittiche e Venatorie dell'Arcipesca e dell'Arcicaccia, Protezione Civile Giacche Verdi e personale che gestisce l'area protetta. Poste sotto sequestro, al momento, ma altre sono già state individuate, quattro gabbie ed alcune trappole realizzate con lacci in acciaio, ami per la pesca dei tonni ed anche, ad esempio, con i fili dell'accelerazione di alcune macchine agricole, posizionate lungo il perimetro della riserva e nella fascia che la precede, quella cosiddetta di rispetto, anch'essa a vincoli ambientali.

"E' un assalto alla riserva e già un paio di mesi fa erano state sequestrate gabbie ed anche trappole con lacci in acciaio", dice Taglioli a giudizio del quale l'operazione ed il suo coordinamento rappresentano un fattore, positivo, di unità, per una maggiore e più efficace tutela ambientale del territorio. Per il problema dei cinghiali, infine, auspicata una soluzione a livello provinciale, considerando le necessità dei proprietari terrieri.

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