venerdì 5 novembre 2010

Il WWF sulla centrale a biomasse a Punta Penna di Vasto

COMUNICATO STAMPA


26 TONNELLATE ALL’ORA DI FUMI USCIRANNO DAI CAMINI.
LA CENTRALE SARA’ VISIBILISSIMA DALLA STATALE ADRIATICA, DALLA RISERVA E DAL MARE.

Questi due soli elementi, riscontrabili dalla relazione tecnica del progetto, sono più che sufficienti per UN NO SENZA SE E SENZA MA alla centrale a biomasse a Punta Penna; tale impianto avrebbe l’effetto di vanificare 30 anni di impegno e lavoro, che hanno portato la RISERVA REGIONALE NATURALE DI PUNTA ADERCI ad essere il principale biglietto da visita del turismo vastese.

Nell’ultimo Consiglio Comunale ci aspettavamo una presa di posizione più netta e precisa. E’ vero che tutti i capogruppi, sia pure con sfumature diverse, si sono espressi contro, ma alla fine è mancato un documento politico di sintesi che certifichi una chiara volontà politica di contrarietà, mentre la delega alla commissione urbanistica ci sembra un approccio riduttivo alla questione.

In ogni caso, visto che qualcuno non ha voluto la presenza di un rappresentante delle associazioni ambientaliste all’interno della commissione stessa, ci permettiamo di dare alcuni suggerimenti tecnici sulle procedure da utilizzare:

1) la VIS (Valutazione d’Impatto Sanitario), unico strumento che possa verificare l’effetto cumulativo di tutte le emissioni nella zona, con l’esercizio da parte del Sindaco di tutti i suoi poteri in materia di tutela della salute dei cittadini.

2) la VALUTAZIONE D’INCIDENZA: l’impianto si trova a ridosso di un SIC (Sito d’Importanza Comunitaria all’interno della rete Natura 2000) e la normativa a proposito recita quanto segue “ la valutazione d’incidenza è una procedura a cui deve essere sottoposto qualsiasi piano, progetto o intervento che possa avere incidenze significative su un sito di Natura 2000.

3) verifica dell’effettiva trasformazione del lotto in questione nel PRT del consorzio industriale, da “ zona per piccola e media industria, artigianato e commercio all’ingrosso” a “ zona per attrezzature tecnologiche”.

Comunque, aldilà delle questioni tecniche, tutta la comunità vastese deve dire chiaramente a questi signori, svizzeri o vastesi che siano, che questo impianto a Punta Aderci non lo vuole perché non produce nessun benessere per la comunità, neanche in termini occupazionali. A questo proposito, una piccola citazione dalla relazione tecnica del progetto:
pag. 2 – punto 2.5. ACQUE NERE
Sono definite come nere le acque provenienti dai servizi igienici (WC, lavabi) installati nella centrale termica. Tali acque possono essere considerate a pieno titolo acque di scarico di provenienza civile e sono convogliate alla fognatura pubblica comunale.
Dato l’esiguo numero di addetti che lavoreranno all’interno della centrale, la portata delle acque nere è limitata.

Ciò conferma quanto detto prima sull’irrilevanza del progetto ai fini occupazionali, semmai ci fossero dubbi.
Concludiamo con un appello rivolto ai proprietari terrieri della zona che vivono di agricoltura: ebbene, se la centrale dovesse realizzarsi, stiate certi che nessuno vorrà più il vostro grano, la vostra uva e le vostre olive; così come ci sentiamo di allertare tutti i lavoratori della zona artigianale e del commercio all’ingrosso, visto che l’odore che queste centrali rilasciano è piuttosto forte e pungente, tipo quello della Bio Fox della Lebba: ve lo immaginate a lavorare tutti i giorni in compagnia di tali esalazioni?

VASTO 01.11.10

LINO SALVATORELLI
ARCI NUOVA ASSOCIAZIONE VASTO

INES PALENA
ASSOCIAZIONE WWF ZONA FRENTANA E COSTA TEATINA

2 commenti:

nonno enio ha detto...

da qualche parte si dovrà pur metterla la munnezza... non facciamo la fine di NAPOLI!

giacinto2000 ha detto...

ma stai zitto nonnetto.