mercoledì 24 ottobre 2012

Morìa di vongole, Sos di Wwf e Cogevo

I pescatori temono il baratro con 5 mesi di fermo. Gli ambientalisti: fiumi inquinati, la Regione rischia le multe dell’Ue

ORTONA. Intervenire subito sui fiumi e monitorare le acque soprattutto in prossimità di fabbriche, frantoi e cantine sociali. È l'appello del Wwf frentano- costa teatina e dei pescatori del Cogevo per tentare di arginare il drammatico problema della morìa delle vongole nel tratto teatino dell'Adriatico.

«Si parla tanto di costa dei trabocchi, di Parco della costa teatina» interviene Maurizio Angotti, presidente del Cogevo frentano, «ma se non riusciamo più neanche a mangiare una spaghettata di vongole di che turismo e di quale sviluppo parliamo?».

Nessuno controlla i fiumi, denuncia il Cogevo. Soprattutto in questo periodo il Moro, l'Osento, il Feltrino sono neri e maleodoranti. Ribollono di sostanze tossiche, scarti di produzione, inquinanti agricoli e industriali e degli scarichi abusivi di frantoi e cantine sociali. La conseguenza è una morìa generale delle vongole che, crescendo sotto i fondali sporchi, assorbono tutto l'inquinamento presente nel mare e alla foce dei fiumi. Era già successo in passato, ma accade ancora: bisogna imporre un lungo fermo preventivo di pesca, in questo caso per cinque mesi, dal 1° novembre al 31 marzo. «Le famiglie (circa una settantina che vivono dei proventi delle 21 vongolare del Cogevo ndc) sono angosciate» prosegue Angotti «cinque mesi di fermo non sono uno scherzo, soprattutto in considerazione del fatto che quest'anno abbiamo avuto solo 50 giorni di pesca. Il governo regionale deve intervenire subito con un sostegno economico, così come avvenuto per i pescatori di Giulianova e Pescara. Soprattutto, bisogna intervenire sui fiumi. Cinque-sei anni fa» ricorda ancora Angotti, « abbiamo avuto il problema della mucillagine: solo oggi scopriamo che era dovuto ad alcuni scarichi industriali. Perché non si indaga sulle cause di questa morìa?».

L'inquinamento è altissimo. Il 100% delle vongole pescate da Francavilla fino a Vasto viene tirato a secco morto. E sono ammalate anche le lumachine di mare: nel tratto Fossacesia-Vasto si trovano soltanto gusci vuoti.

«I nostri fiumi sono lontanissimi dagli standard europei» fa notare Fabrizia Arduini, consigliere regionale del Wwf, «Alento, Foro, Moro, Arielli e Feltrino in diversi tratti presentano uno stato scadente, quando dovrebbe risultare buono nel 2015 secondo i dettami dell'Europa. Oltre al danno quindi, anche la beffa: ci ritroveremo con fiumi inquinati e multe salatissime da pagare. A una situazione già di per sè inquietante, prosegue, «aggiungiamo depuratori mal funzionanti e sottostimati. Il degrado ambientale genera sempre gravissime diseconomie ed è intollerabile la lontananza della cosiddetta Regione verde dei parchi verso la tutela dei suoi preziossimi ecosistemi».
Daria De Laurentiis

1 commento:

nonno enio ha detto...

i nostri non sono più fiumi ma discariche, se vanno a prelevare l'acqua del Pescara, debbono andarci con maschera e guanti stando attenti a non toccarla perchè l'inquinamento è tale che si potrebbe rimanere fulminati... altro che multe dalla UE, basterebbe che ci portasse via tutti sti politici inutili