Comunicato del 29 luglio 2014
Osservazioni congiunte delle due grandi associazioni ambientaliste per la procedura AIA.
WWF e Legambiente ribadiscono il no a Ombrina Mare 2.
Contestati i dati della Medoil.
L'Abruzzo ha fatto scelte diverse per il proprio futuro: Regione e
parlamentari locali chiamati a confermarlo. Deve cambiare la Strategia
Energetica Nazionale.
WWF e Legambiente hanno presentato
insieme osservazioni per il procedimento di Autorizzazione Integrata
Ambientale (AIA) relativo al progetto Ombrina Mare 2. Il documento,
trasmesso ai vari ministeri interessati, è stato elaborato
con il fondamentale contributo di un gruppo di esperti (Francesco
Brozzetti, Arturo Cannito, Massimo Colonna, Piero Di Carlo, Loredana
Pompilio, Vincenzo Ronzitti e Francesco Stoppa, citati in ordine
alfabetico), con il coordinamento di Fabrizia Arduini, referente
petrolio per il WWF Abruzzo.
Nel testo, 38 pagine con dati e
grafici dettagliati, vengono contestate su diversi punti le conclusioni
presentate da Medoil Italia che in alcuni casi, a una semplice verifica,
risultano diverse da quelle pubblicate dalla ditta
stessa e non permettono controlli di dettaglio. Una grave incongruenza
che apre parecchi dubbi, in particolare sui risultati delle simulazioni
della dispersione degli inquinanti in aria. Simulazioni che, secondo WWF
e Legambiente, si basano su un approccio
concettualmente sbagliato e statisticamente non rappresentativo
costruito sui rilievi atmosferici di un solo anno. Ricalcolando le
simulazioni con un approccio scientificamente più valido, su riferimenti
pluriennali e usando gli stessi dati di emissioni pubblicati
dalla Medoil, si perviene a risultati completamente diversi; in
particolare in certe condizioni meteorologiche si osserva che i fumi
investono ampi tratti di costa compresi i due SIC, Siti di Interesse
Comunitario, "Fosso delle Farfalle - Sublitorale chietino"
e "Lecceta di Torino di Sangro", continuativamente per diverse ore al
giorno. Il fatto che due SIC possano essere investiti da inquinanti
tossici e acidificanti obbliga, legge alla mano, la Medoil alla
redazione della VINCA, Valutazione di Incidenza, una
ulteriore procedura di garanzia a tutela del territorio, come ribadito
in diverse sentenze. E questa è solo una delle criticità emerse.
"L'auspicio – dichiara il
presidente regionale di Legambiente Giuseppe Di Marco – è che la
commissione VIA nazionale, chiamata alla valutazione per l'AIA, sappia
dare il giusto peso alle tante problematiche che le nostre osservazioni
e le altre presentate, comprese quelle lodevolmente elaborate anche
dalla Regione Abruzzo, hanno evidenziato. Non ci sono i termini di
sicurezza, sul piano ambientale, per giustificare un simile insediamento
che peraltro, come già ampiamente dimostrato, sarebbe
deleterio anche sul piano economico danneggiando direttamente e
indirettamente le principali potenzialità del territorio".
"Il problema – aggiunge il
delegato WWF Abruzzo Luciano Di Tizio – è che non si può continuare a
lottare pozzo dopo pozzo, progetto dopo progetto. L'immensa
manifestazione del 13 aprile 2013, con 40mila presenze, ha detto a
chiare
note che gli abruzzesi vogliono un progetto diverso per il loro futuro;
e la politica, a cominciare dal presidente della Regione D'Alfonso e
dai parlamentari eletti in Abruzzo, deve battersi per far cambiare la
Strategia Energetica Nazionale varata dal governo
Monti che ha individuato l'Abruzzo come distretto minerario con una
assoluta e inaccettabile indifferenza per le scelte completamente
diverse fatte dai cittadini, o quanto meno per ottenere il ripristino
immediato del divieto di qualsiasi insediamento petrolifero
nelle prime 12 miglia dalla costa".
La costa dei trabocchi, con le sue
7 riserve regionali, i suoi 6 siti di importanza comunitaria e nella
quale sin dal 2001 è stato istituito il Parco Nazionale della Costa
Teatina, attualmente in attesa della nomina del commissario
per la perimetrazione, merita infatti ben altra attenzione rispetto
alle mire delle compagnie petrolifere che vorrebbero continuare a
sfruttare le poche risorse esistenti favorite da royalties
insignificanti e da una sostanziale indifferenza governativa rispetto
alle scelte e alle richieste degli enti locali, testimoniata anche dal
recente sì del Comitato VIA nazionale a nuovi pozzi nel complesso Rospo
Mare, da decenni attivo nella parte meridionale della costa abruzzese,
in un giacimento che viene considerato in
esaurimento.
"Chiediamo alla Regione –
concludono Giuseppe Di Marco e Luciano Di Tizio – di mettersi a capo
della protesta per ottenere ascolto a livello governativo e perché
l'Abruzzo torni a poter scegliere il proprio futuro com'è fondamentale
in un Paese democratico".
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