martedì 9 febbraio 2016

Il Wwf sull’anomalia italiana: diminuiscono i consumi, aumentano i gasdotti


L’associazione del Panda si è già occupata del segmento di metanodotto del Rete adiratica che da Sulmona giunge a Foligno (169 Km di tubi), condividendo la battaglia di chi a si oppone alla realizzazione anche della centrale di compressione e spinta in area a forte rischio sismico, a due passi sulla faglia del Morrone che l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia considera tra le più pericolose d’Italia in caso di terremoto. 

Il tracciato dell’anaconda tiene in scarsissimo conto le emergenze presenti nel territorio sino a prevedere clamorosamente, nel territorio di Popoli (Pe), l’attraversamento della falda acquifera più importante d’Europa con rischi immensi per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Per l’altro metanodotto che attraversa una piccola parte della provincia di Pescara e poi tutto il Teatino, l’associazione si lega alla battaglia di 2 sue associazioni territoriali.

Il Wwf zona Frentana e costa Teatina e il Wwf Chieti – Pescara hanno presentato congiuntamente le proprie osservazioni sul progettato impianto. “Va detto intanto che non si tratta in alcun modo di un’opera che: “debba essere attuata per imperativi motivi di rilevante interesse pubblico – sottolinea Fabrizia Arduini, presidente del WWF Zona Frentana e Costa Teatina – In tutto il progetto non vi è traccia di aree di una certa rilevanza sprovviste di metanizzazione e in ogni caso basterebbe potenziare e ammodernare la rete già esistente semmai ci fossero nuove improbabili esigenze – continua Arduini che è anche referente energia per il Wwf Abruzzo – La ditta che vorrebbe costruire il gasdotto, la Società Gasdotti Italia – Sgi, cita i consumi fino al 2005. Ebbene, guarda caso, dal 2005 al 2013 i consumi sono diminuiti del 33% passando da 1 mille 936 milioni di m³ standard a 1.301 milioni di m³ e i primi dati disponibili per il 2014 confermano la tendenza al ribasso”. 

Il Wwf ha concentrato la propria attenzione sui danni ambientali. Per l’associazione del Panda il metanodotto nel proprio percorso costeggia o attraversa, sia in Molise che in Abruzzo, numerose aree protette a livello europeo: ben 16 SIC (Siti di Interesse Comunitario) e 1 Zps (Zona di protezione speciale) . In Abruzzo i Siti di interesse comunitario (Sic) sfiorati sono i monti Frentani e fiume Treste, lago di Serranella e colline di Garenna”; c0lanchi di Bucchianico (Ripe dello Spagnolo). Quelli direttamente attraversati sono bosco di Mozzagrogna (Sangro), boschi ripariali sul fiume Osento, fiume Trigno (medio e basso corso); Gessi di Lentella. Si tratta ovviamente di aree nelle quali il rischio di provocare danni anche irreparabili, diretti o indiretti, è enorme. 

“La Società Gasdotti Italia sostiene che i Piani di Gestione dei Sic non sono in vigore e in effetti si è in attesa della loro approvazione da parte della Regione, ma i relativi studi sono già conclusi e non si può non tenerne conto, stiamo parlando dihabitat e di specie animali d’interesse europeo – spiega Nicoletta Di Francesco, presidente del Wwf Chieti Pescara – Sarebbe come se il medico che deve tutelare la salute di un paziente rifiutasse di tenere conto della radiografia più aggiornata solo perché non gli è stata ancora trasmetta in forma ufficiale. L’esigenza di tutela è prioritaria, tutto il resto viene dopo”. In una nota il Wwf aggiunge sui tubi: “Vengono anche attraversati fiumi e zone di risorgiva (ed es. nel territorio di Rosciano) con evidente rischio di grave interferenza con le falde. 

Nelle osservazioni è stato inoltre messo in luce che una parte considerevole dell’opera (circa il 12%del tracciato) interesserà aree a rischio idro-geologico e che gran parte delle aree coinvolte dai lavori sono arischio sismico 2, lo stesso del terremoto dell’Aquila. Le frane costituiscono uno dei principali fattori di innesco di incidenti su metanodotti e sarebbe per questo indispensabile procedere ad approfondimenti di dettaglio per ogni situazione di rischio incontrata sul percorso”. Per il Wwf si tratta di un’opera della quale si può tranquillamente fare a meno.

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