venerdì 2 gennaio 2009

Discarica Consac: il presidente del consorzio replica all’allarme lanciato dal Wwf



«Fara, la discarica non inquina»
Il presidente del consorzio replica all’allarme lanciato dal Wwf


FARA FILIORUM PETRI. Le analisi dicono che la discarica di Colle San Donato non sta avvelenando i calanchi tra Chieti e Roccamontepiano. Mario Di Paolo, il presidente del consorzio tra venti Comuni che lo scorso 1º settembre dichiarò chiusa la discarica per raggiunto limite di capienza, annuncia i risultati con un misto di soddisfazione e di amarezza, a qualche giorno dalla sortita del Wwf che aveva accusato la presenza di liquami inquinanti nel pendio a valle della discarica consortile.
«Esito negativo, zero assoluto», dice il sindaco di Bucchianico premendo su ogni sillaba, come per liberarsi di un incubo. «So che il Wwf avanzerà dubbi anche su queste analisi, come già fece la scorsa estate, ma è difficile che Arta (Agenzia regionale per l’ambiente, ndc), carabinieri del nucleo ecologico e Forestale si possano sbagliare tutti insieme, così, clamorosamente», commenta. E racconta l’antivigilia di Natale trascorsa per il pomeriggio in sopralluoghi per la discarica. «C’era fango fino alle ginocchia, dopo 40 giorni ininterrotti di pioggia. Mi hanno chiamato alle due e mezza, ero ancora a pranzo», è la descrizione convulsa di quei momenti, «poi ho chiesto ai presenti di prelevare campioni di terreno in più punti perché sono stanco delle insinuazioni che si fanno su un sito colmo di rifiuti che proprio oggi, a chiusura definitiva già consacrata nei fatti e negli atti, dovrebbe mettere tutti tranquilli. E noi del consorzio lo siamo», prosegue come un fiume in piena, perché stiamo spendendo 400mila euro per coprire il bacino, i primi di un ciclo che durerà trent’anni come impone la legge. Altri 300mila sono in arrivo per le opere di consolidamento». Qui Di Paolo fa una precisazione che sottolinea come fondamentale. «Consolidamento significa prevenzione di futuri movimenti del terreno, quindi prevenzione. Non si dica, invece, che stiamo cercando di arginare frane e altri fenomeni degni di un’emergenza, perché sarebbe una falsità bella e buona. Il suolo, come hanno evidenziato recenti rilievi geologici, si è mosso di appena qualche millimetro, questo è il fatto».
E i liquami che sarebbero colati lungo il pendio ai piedi della discarica? «Non c’è nemmeno l’ombra di percolato», replica secco il sindaco di Bucchianico, «e mi chiedo anzi le ragioni dietro questi allarmismi, ingiustificati e infondati, come quelli strombazzati dal Wwf».
Poi cala l’asso che dovrebbe valergli la fiducia sull’operato di presidente. «Non percepisco un centesimo per amministrare consorzio e discarica nella fase più difficile. Ricordo che mesi fa avevo dato le dimissioni ma i colleghi sindaci insisterono per farmele revocare».
Incerto il futuro del bacino che per un ventennio ha diffuso olezzi spaventosi e provocato lamentele nel raggio di chilometri. La Regione ora ferma valuterà se si dovrà estrarre biogas dall’immondizia per otto anni, come uno studio sul potenziale ha rivelato, o fare compostaggio di organico per ricavare fertilizzanti. O se si chiude per sempre.

Articolo di Francesco Blasi tratto da "Il Centro" del 31 dicembre 2008

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